Ieri (28 novembre) un colombo è stato investito a Lavagna. Io (Eugenia) uscivo per recarmi a prendere un caffè al bar quando la sig.ra Alessandra mi ha chiamato per dirmi che "servivo" poiché un piccione era stato investito e si trovava in piena carreggiata rischiando di essere ridotto ad una poltiglia. Ok, dai mettiamoci l'hat di becchino, mi sono detta. Al di là dell'attraversamento pedonale due signore sulle strisce guardavano, con quella che io posso riconoscere come ferocia, le spoglie mortali dello sfortunato volatile. L'una, con il fedele cane al guinzaglio, tirando a sé il peloso affermava: "che schifo!".
Personalmente nel vedere un essere vivente senza vita non provo schifo (ci mancherebbe!) bensì dispiacere, dolore, tristezza. Perché una vita spezzata, qualsiasi vita, è motivo di umile sottomissione all'imperscrutabile, che può manifestarsi in un incidente, in una malattia, ecc., ma pur sempre impossibile da tradurla in termini di razionale svolgimento delle cose.
-nota: il procurare un danno ad un animale con l'auto senza prestare soccorso e chiamare il 112 è una omissione di soccorso in base al codice della strada-
Ma che fare? Ho raccolto il cadavere, l'ho avvolto in un sacchetto lasciandolo in un punto raggiungibile ma non troppo visibile, ho chiamato la Polizia Municipale affinché l'ufficio ambiente potesse attivare la ditta convenzionata a tal scopo. Dopo mezz'ora il sacchetto non c'era più.
Gli animali, qualsiasi animale, vuole nascere, vivere, amare, riprodursi, seguire la propria prole, ecc. proprio come noi umani: il nostro "presumin" è cieco, insensibile, irrispettoso e tanto altro