Cincillà
Il cincillà in Italia è presente solo in stato di detenzione, come animale da compagnia o da allevamento per futili quanto crudeli motivi (pelliccia).
Questi animali sono molto simpatici e socievoli.
Si nutrono prevalentemente di semi e necessitano di una certa quantità di spazio per giocare e correre. Fanno il “bagno” di sabbia più volte al giorno.
(Autore delle foto: Cavalcanti; Elaborazione delle foto: Rebecchi)
Handicap nella deambulazione
Molti animali rimangono vittima di gravi incidenti che compromettono loro la capacità deambulatoria.
Un luogo comune, a cui molti umani cedono, è: "...poverino ..... per farlo soffrire ..... è meglio addormentarlo!"
Per noi di Ayusya nulla è più errato di questa semplicistica "formula".
Concordiamo nel fatto che un animale portatore di handicap comporti a coloro i quali lo accudiranno una mole di lavoro decisamente più importante di un giovane e scattante quattro zampe; ma questo non è un buon motivo per abbattere l'animale sfortunato che è privato della sua capacità motoria.
Il pietismo di "farlo addormentare" per non vederlo soffrire, troppo spesso non ha nulla a che vedere con un sincero desiderio di non far più soffrire l'animale. Nella maggior parte dei casi questa soluzione sbrigativa è quella che sia economicamente sia praticamente parlando "risolve".
Ma per noi una vita non ha un valore economico tale da poterne contrattare la sua fine gestita. L'eutanasia altro non è che la soluzione ad un problema irrisolto e quasi mai irrisolvibile. Noi crediamo che (non entriamo nel merito dell'eutanasia umana in questa pagina) la morte debba sopraggiungere in forma naturale e, quando necessario, agevolare la vita rimanenete con terapia di sostegno.
Saranno presentati nelle pagine a venire alcuni casi che Ayusya, in modo più o meno diretto, ha conosciuto.
Casi di successi e di insuccessi, di grande lavoro e di grande soddisfazione nel vedere che, comunque, l'animale ti aiuta ad aiutarlo in una qualche misura.
Mango
(EU) Il primo che vogliamo presentare è "Mango".
Un cagnino cucciolotto rimasto vittima dell'ignoranza e della stupidità umana: la sua "padrona" (termine odioso per indicare l'umano che ha in affido un animale) lo ha percosso sino a compromettergli la deambulazione per lo schiacciamento di alcune vertebre perché sporcava in casa.
Mango, nonostante i pareri di importanti neurologi veterinari (è stato condotto sino a Milano per una visita specialistica), sta recuperando velocemente.
Quando è stato portato al canile di Genova non aveva l'uso di alcun arto.
Tutti o quasi spingevano per terminare la sua esistenza.
La frase che ormai è un luogo comune: ".. per farlo soffrire...".
Ma Mango ha sbeffeggiato tutti dimostrando di poter decidere da solo a dispetto dei pronostici e delle "Cassandre".
Ha recuperato quasi totalmente l'uso delle zampe anteriori, sta riprendendo l'uso di una delle posteriori e, piano piano con l'aiuto del carrellino ortopedico e di un volontario (Anna) che pazientemente lo sottopone a fisioterapia per tre ore tutte le mattine, migliorerà ancora.
Il carrellino è stato gentilmente donato da Fiorella (che gestisce un ricovero per cani a Maxena) che avendo perso Pippo (nella foto della pagina precedente), portatore di un grave handicap che in ultimo gli aveva paralizzato i 4 arti con compromissioni irrisolvibili alla capacità renale, ha deciso di dare una possibilità a questo nuovo sfortunato peloso.
Grazie Fiorella!
Rimarrà handicappato? Sicuramente sì, ma che importa?
Lui vuole vivere nonostante tutto e fa del suo meglio per dimostrarlo.
Chi siamo noi umani per decidere per la sua vita o per la sua morte?
L'eutanasia è il mezzo più semplice per mettere a tacere la nostra coscienza sulla personale incapacità di condividere un dolore o un handicap con qualche altro essere vivente.
Alle volte credo che se l'eutanasia non fosse vietata per l'uomo ci sarebbero centinaia di omicidi in nome di un presunto amore.
Tifiamo per Mango augurandogli di poter migliorare al punto di poter camminare senza il supporto meccanico come ha fatto Lizzy (di cui parleremo prossimamente).
(Autori delle foto: volontari canile di Genova)